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mercoledì 22 agosto 2012

The Hitcher

The Hitcher era un film degli anni '80 molto amato dagli appassionati dell'action adrenalinico dalle tinte horror e che ricalcava le atmosfere lugubri, asettiche e polverose di Duel, il secondo film della filmografia di Steven Spielberg, quello che lo portò alla ribalta. Lo sceneggiatore Eric Red con questo film iniziò una buona carriera non solo dietro la scrivania ma anche di regista, oscillando tra un ottimo cinema di serie B (penso a Cohen and Tate) e collaborazioni con quella Kathryn Bigelow che poi si onorerà di Oscar e palcoscenici importanti. Blue Steel (con la Bigelow regista e insieme a lui dietro alla macchina da scrivere) rappresenta il punto cinematografico più alto di questo uomo di Hollywood nato in Pennsylvania, mai troppo famoso o celebrato, che nel 2007 ha deciso di rispolverare il suo primo copione e di riproporlo alle platee del nuovo millennio.

Cerchiamo di capirne il perché:


The Hitcher (1986) by Robert Harmon


The Hitcher (1986)
di Robert Harmon

C. Thomas Howell (Jim Halsey)
Rutger Hauer (John Ryder)
Jennifer Jason Leigh (Nash)
Jeffrey DeMunn (Captain Esteridge)
John M. Jackson (Sergeant Starr)
Billy Green Bush (Trooper Donner)
Jack Thibeau (Trooper Prestone)
Armin Shimerman (interrogation Sergeant)


Jim è stanco ma deve raggiungere San Diego. Viaggia a gran velocità sulle highways su una macchina da riconsegnare in California ma la vista è affannata e al riposo di un motel preferisce la compagnia di un uomo avvolto in un impermeabile grigio che sotto una pioggia dirompente chiede un passaggio. È l'inizio di un'avventura che lo porta a essere perseguitato da tutti, incolpato degli omicidi commessi nello Stato Federale e continuamente messo alla prova dal maniaco. Jim trova in Nash, una giovane cameriera di un autogrill che crede in lui, un valido sostegno per uscire dall'incubo.

Il film di Robert Harmon, la cui carriera è costellata più che altro di tv movies d'azione con Accerchiato (Nowhere To Run) con Jean-Claude Van Damme come "punta di diamante", si regge sulle atmosfere già viste nel 1971 in Duel di Spielberg. Stavolta l'orrore non è un tir dai vetri scuri e ignoti (quindi senza una fisicità umana presente) ma ha gli occhi azzurri e i ricci biondi dell'attore che quattro anni prima "aveva visto cose che gli umani non potevano neanche immaginare".

Le autostrade americane sono ancora selvagge, pericolose e incutono timore, ma la tensione rimane lì, impigliata nelle reti di una sceneggiatura che scorre con più di qualche forzatura. Come quando Jim si mette nei pasticci fermandosi nei luoghi sbagliati mentre qualsiasi persona dotata di buon senso tirerebbe dritto fino a un posto di blocco.

Anche i meccanismi psicologici che reggono i rapporti di forza tra Jim e il maniaco e di amicizia e sentimentali con Nash (interpretata da una bambina Jennifer Jason Leigh) sono descritti con superficialità e senza convincere.

Un film diventato un cult per gli appassionati senza grandi meriti.



The Hitcher (2007) by Dave Meyers


The Hitcher (2007)
di David Meyers

Zachary Knighton (Jim Halsey)
Sophia Bush (Grace Andrews)
Sean Bean (John Ryder)
Neal McDonough (Captain Esteridge)
Yara Martinez (Beth)
Kyle Davis (Buford's Store Clerk)
Skip O'Brien (Sheriff Harlan Bremmer Sr.)
Travis Schuldt (Deputy Harlan Bremmer Jr.)


Le strade non sono più così polverose, le stazioni di servizio non sono più deserte, il set è quello del New Mexico. Ma soprattutto Jim non è più solo e non ha sonno: è in viaggio con la fidanzata per un weekend da passare con le amiche di lei, con la speranza di ricevere da esse quella benedizione alla relazione che è così importante per le giovani coppie di collegiali americani. Grace ha grazia e tenacia e mai si sognerebbe di dare il passaggio a uno sconosciuto anche solo per egoismo. Jim, che invece è figlio di un self made man americano che ha sbarcato il lunario in diversi modi e il cui esempio pensa di seguire, ha la bontà e il senso di colpa di chi si sarebbe fermato a aiutare quell'uomo avvoluto in un mantello grigio sotto la tempesta di un New Mexico notturno, abbandonato a se stesso con un pollice alzato e un incidente sfiorato. Quello stesso uomo che stavolta li rincontra in una stazione di servizio e che chiede un passaggio verso nord con la gentilezza di un vecchio amico e l'intermediazione dell'ispanico commesso del negozio.

Eric Red riprende la sceneggiatura di 21 anni prima e la adatta inserendo il rapporto di coppia, e quindi la questione sociale, all'interno del significato del film, che nell'originale si perdeva tra gli spari e i silenzi di Rutger Hauer. Stavolta John Ryder decide di inseguire Jim salvandogli la vita più volte (fino al clamoroso finale invertito) perché lo stesso ragazzo gli racconta di voler tirare a campare come suo padre contravvenendo all'immagine della persona inserita in un contesto che è alla base della buona società americana e di cui il maniaco si pone come incubo peggiore.

Se questa trovata colma gran parte dei buchi della sceneggiatura degli anni '80, il film accusa la l'assenza della forza enigmatica di Rutger Hauer. John Ryder è leggermente più umano ma si perde nell'interpretazione manieristica di Sean Bean e alla fine della giostra non tutti i tasselli sembrano ancora andare al loro posto.

L'idea di base del nuovo copione era giusta ma The Hitcher continua a essere una coperta troppo corta. E di sicuro la scelta di un regista caparbio nell'action come Dave Meyers ma ben ancorato nell'immaginario da videoclip (nel curriculum tante canzoni di Jennifer Lopez e Britney Spears) non aiuta a quello che doveva essere, dal soggetto in poi, un thriller orrorifico.

Duel e Spielberg sono inarrivabili.


VP