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sabato 1 febbraio 2014

The Wolf Of Wall Street (2013) by Martin Scorsese


The Wolf Of Wall Street (2013)
di Martin Scorsese

Leonardo DiCaprio (Jordan Belfort)
Jonah Hill (Donnie Azoff)
Margot Robbie (Naomi Lapaglia)
Matthew McConaughey (Mark Hanna)
Kyle Chandler (Patrick Denham)
Rob Reiner (Max Belfort)
Jon Bernthal (Brad)
Jon Favreau (Manny Riskin)


"La Stratton Oakmont è l'America!" urla un entusiasta Jordan Belfort davanti ai suoi collaboratori: una società nata in uno scantinato di Long Island vendendo azioni quotate una miseria. Grazie alle brevissime indicazioni del mentore Mark Hannah (un cameo di Matthew McConaughey che in cinque minuti si divora il film), ovvero tanta masturbazione, minimo due volte al giorno, e polverina bianca per sentire un'orientaleggiante melodia interiore scandita dai battiti del cuore, Belfort scopre l'arte del trasformare la merda in cioccolata tramite la vendita e la manipolazione dei mercati. Questo lo porta, insieme ai buffi compagni di frode, a cui all'inizio nessuno avrebbe mai dato un dollaro, al lusso più sfrenato e al soddisfacimento di tutti i vizi: continue orge, punture di penicillina, aerei carichi di puttane, nanetti usati per il tiro al bersaglio col simbolo del dollaro al centro, la fine di un matrimonio con una donna saggia che lo convince quantomeno a truffare i ricchi e a preservare i risparmi della gente comune, un nuovo amore e un nuovo sposalizio con una bionda avvenente di Brooklyn, dallo stesso quartiere di Saturday Night Fever, uno yacht da oligarca, una fine miserabile per colpa di un agente ambizioso che gode a schiaffare in prigione tutti i lupi della finanza. Ma per Belfort c'è ancora una possibilità.

Più Fear and Loathing In Las Vegas che Wall Street di Oliver Stone, il film è una sarabanda di situazioni allucinanti e allucinate che mettono l'universo finanziario sullo stesso livello della droga e del vizio. I lupi sono vittime di loro stessi quanto gli agnelli e gli altri animali della giungla americana che vengono afferrati con l'inganno e le false promesse. Ma se il finto trasgressivo Stone all'universo finanziario proponeva un'America retta, genuina e operaia (il padre del protagonista che faceva da vero contraltare a Gordon Gekko), in Scorsese nessuno si salva, la società americana è selvaggia e violentissima, non guarda in faccia a nessuno e si trastulla in un entusiasmo quasi ormonale che esprime la cattiveria insita di ogni personaggio, influenzato dai valori di una vera struttura maligna: il capitalismo. Perfino l'agente di polizia che sul yacht si fa tirare addosso i dollari da Belfort, che lo chiama pezzente, non agisce per solidarietà o senso dello stato ma per gloria personale. In questo senso la differenza tra Wall Street (1987) e The Wolf Of Wall Street è la stessa che c'è tra un grande cineasta (Scorsese) e un regista che fa di tutto per essere grande ma ci riesce assai poche volte rispetto all'importanza dei temi trattati (Stone).

Perché dopo il continuo party di quasi tre ore impastate nella cocaina, la cosa più terribile è nel finale: dopo aver truffato migliaia di persone ed essere andato in galera, Belfort viene invitato, presentato peraltro dal vero Belfort, in un workshop dove insegnerà a tanti americani seduti in platea a vendere una normale penna, forzando le condizioni affinché ciò avvenga, e a non accettare mai un "no" al telefono prima di chiudere l'affare.

Questo è il vero dramma.


VP