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giovedì 6 marzo 2014

Dersu Uzala (1975) by Akira Kurosawa

Ieri nel mio articolo sulla Notte Degli Oscar citavo la vittoria del premio per il Miglior Film In Lingua Straniera di un film sovietico diretto da Akira Kurosawa; pellicola che avevo visto in adolescenza mentre studiavo, opera per opera, la carriera del più conosciuto maestro giapponese (forse il massimo insieme a Yasujirô Ozu). I film da vedere sono tanti e la storia del cinema è ricca e preziosa, in teoria non ci si dovrebbe mai guardare indietro ma sedimentare e fare propria la poetica di un autore in modo che il suo stile diventi un eco della memoria: in questo caso ho ben pensato darmi una rinfrescata e mi sono detto "perché no!". D'altronde le volte che la Academy decide di dare il giusto anche ai nemici politici devono pur essere riconosciute e premiate da una visione: è meritocrazia, no? Così, prima di cadere nel sonno, mi sono gustato di nuovo questo magico racconto ambientato nella pianura siberiana, che potete trovare su Youtube in lingua originale (russo) con semplicissimi sottotitoli in inglese: vi basta andare sul canale della Mosfilm, la mitica e storica casa di produzione dell'Unione Sovietica, e gustarvi l'avventura.

Prima di iniziare la visione c'è da tenere conto di alcune particolarità storiche: Kurosawa fu invitato dal regime di Mosca dopo un periodo di digiuno dalle riprese lungo cinque anni. Il regista giapponese era reduce da un tentativo di suicidio, a seguito del flop commerciale di un altro gran bel film, Dodes'ka-den (anch'esso candidato all'Oscar nel 1970), nonché dell'umiliazione da parte di Hollywood per essere stato rimpiazzato da Kinji Fukasaku durante la lavorazione del famoso film di guerra Tora! Tora! Tora!

Dunque i sovietici presero la palla al balzo e diedero l'opportunità al grande Akira di tornare a esprimersi col massimo delle disponibilità.

Buona visione.



Dersu Uzala (1975)
di Akira Kurosawa

Yuriy Solomin (Arsenyev)
Maksim Munzuk (Dersu Uzala)
Mikhail Bychkov (M. Bychkov)
Vladimir Khrulev (V. Khrulev)
Stanislav Marin (S. Marin)
Igor Sykhra (I. Sykhra)
Vladimir Sergiyakov (V. Sergiyakov)
Yanis Yakobsons (Y. Yakobsons)


Nel 1910 il dottor Arsenyev è in cerca di una tomba in una zona disboscata che racconta di appartenere a un vecchio amico. Otto anni prima era a capo di una spedizione topografica per misurare il terreno della regione di Ussuriysk, quasi al confine con Cina e Corea, tra una natura selvaggia, condizioni climatiche disagevoli e varie tribù che s'incontrano per strada. Uno dei personaggi più bizzarri sul cammino della spedizione è Dersu Uzala, un piccolo uomo che vive nelle montagne cacciando cervi, con un non splendido rapporto col mondo civilizzato (viene rubato dai mercanti dei villaggi) e che si offre di accompagnare il gruppo per i territori più impervi di quel tratto di Siberia.

Durante l'esplorazione di un lago ghiacciato Arsenyev e Dersu vengono sorpresi da una tempesta incredibile e hanno poco tempo per crearsi un rifugio di fortuna. Dersu è più forte del capitano nell'affrontare le avversità e gli salva la vita trascinandolo dentro un riparo di spighe che insieme avevano strappato dal terreno innevato.

Il debito viene ripagato quando qualche anno dopo il gruppo di Arsenjev torna più numeroso nella regione per gli ultimi rilievi topografici: di Dersu, che il capitano aveva lasciato sulla strada della ferrovia che porta a Vladivostok, un buon posto dove vivere a cui il piccolo cacciatore non sembra interessato, non c'è traccia e la spedizione va a rilento. I due si rincontrano in un bosco e tornano a girare insieme quando, a causa di un aumento di corrente del fiume che stavano attraversando, Dersu rimane intrappolato sulla zattera che sta per finire sulle rocce. Ora è il capitano a salvarlo tagliando un albero su cui il piccolo cacciatore si aggrappa per raggiungere la riva.

Intanto una tigre segue le orme del gruppo e Dersu se ne accorge: egli sembra parlare con gli animali come se fosse in perfetta simbiosi con la natura. A un incontro con la tigre Dersu viene preso dalla paura e spara un colpo: forse la bestia è stata colpita e i sensi di colpa devastano il fermo carattere del cacciatore, tanto da renderlo incapace di sparare con la stessa precisione di prima. Ma la vita nella foresta, senza buoni occhi per una buona mira, è impossibile a queste condizioni e Arsenyev offre a Dersu la possibilità di vivere nella sua dimora a Khabarovsk, nel mondo civile.

Dersu accetta, ma alla lunga si sentirà come un cane morto nella foresta e la sua natura lo costringerà a scappare.

Reduce dal periodo più complicato della sua carriera, Kurosawa firma un'avventura siberiana che esalta non solo la capacità umana di affrontare un paesaggio ostile, ma anche e soprattutto lo spirito del mondo non civilizzato che a suo modo si dimostra più saggio e puro della società umana. Dersu Uzala, interpretato dal musicista tuvano Maksim Munzuk, è un personaggio che entra nel mito per la sua rappresentazione di un'umanità che vive al suo stato più animale e che non potrebbe fare altrimenti. Un'umanità dai sensi più acuiti, che non si ferma al realismo ma che vive la magia del mondo della foresta, trattando animali e altri elementi come veri e propri individui: celebre in questo senso la scena in cui egli ammonisce i soldati Arsenyev per aver buttato del cibo nel fuoco, mentre potrebbe essere risparmiato per gli altri esseri che sarebbero passati in futuro per quel territorio.

È un film che, pur essendo narrazione, fiction tratta da scritti autobiografici dell'esploratore Vladimir Arsenyev, riprende il tema dell'essere umano che si nobilita nel contesto selvaggio che Flaherty aveva documentato ne L'Uomo Di Aran. Il ritmo è meno avvolgente, frutto di un montaggio meno frenetico, ma la storia si concede tutto il tempo per imporre il proprio ritmo, che dopo la prima mezzora trascina lo spettatore nella più affascinante delle fiabe mai raccontate.

Una storia di coraggio, di fratellanza e convivenza, di umanità che mostra le proprie virtù e i propri limiti di fronte a una natura sterminata e invincibile.


VP