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sabato 21 aprile 2012

FACCE DI VANZINA (21/04/2012)

Da circa 24 ore è uscito il nuovo film di Woody Allen, regista geniale vittima a mio avviso di una tendenza del cinema di qualità da cinque anni a questa parte a ripetere se stesso, ma questo è un discorso che affronterò in un'altra puntata.

Ora c'è da specificare che io non ho ancora visto To Rome With Love e forse neanche lo vedrò, non tanto per provare al mondo che sono un critico integralista che snobba quello che sarà di sicuro (soprattutto poi in Italia) un successo economico di coppiette e amici in cerca di risate brillanti e riconoscimento del fascino della penisola da parte di un famoso artista, quanto perché ritengo già brutta una locandina con Allen e Benigni in primo piano e lo skyline di Roma sullo sfondo. E ritengo ancora più aberrante la scelta di Allen di mettere nella sigla di apertura nientemeno che Nel Blu Dipinto Di Blu di Modugno... una cosa del genere è quasi come iniziare l'incipit di un romanzo contemporaneo con "C'Era una Volta": non so se gli americani ne abbiano la percezione, ma il semplice nazional popolare italico è ormai diventato banale e di cattivo gusto estetico.

Sono sicuro che le mie idee andranno in stretto contrasto con quello del sempre più conformista pubblico finto intellettuale da salotto tra amici con il narghilè in bocca, quello che si vede puntualmente all'Auditorium, quello che votava Rutelli e che lo avrebbe votato anche se il suo partito avesse rubato tutto l'oro del mondo, quello col naso perennemente all'insù che avrebbe molto divertito grandi personaggi come Rimbaud e Pasolini. Se non vado a vedere To Rome With Love è anche perché non ho la assolutamente la minima idea di farmi indirizzare fiumi di rabbia dopo le esperienze folli degli ultimi Tarantino e Lynch (ormai sempre meno bootleg e sempre più idoli borghesi).

Eppure c'è anche chi è d'accordo con me. Personaggi che dicono che Allen sia "caduto nei soliti cliché", che "tranne Vacanze Romane gli americani raramente sono riusciti a descrivere Roma". E allora mi sentirei anche un pochettino sollevato: evviva non sono più solo, qualcuno mi capisce esiste!

Ma poi nelle dichiarazioni leggo i nomi di Carlo e Enrico Vanzina. Proprio loro, i figli del mai troppo rimpianto Steno. Proprio loro, quelli dei rutti, delle scuregge e dei vomiti e di De Sica (ancora junior a 61 anni) che va in vacanza a tradire la moglie con l'amante. Gli stessi Vanzina che probabilmente crederanno che un giorno il loro "cinema" (?) verrà rivalutato come accadde negli anni '90 coi Pierini e con le Insegnanti Che negli anni '70 Ballavano Con Tutta la Classe.
E allora capisco di essere contento della mia solitudine. No, no, no. Proprio non voglio avere mezza idea da spartire con i fratelli Vanzina, tranne forse la fede calcistica (che immagino loro vivano in modo diverso dalla mia).

Un altro valido motivo per non vedere To Rome With Love.


VP