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domenica 17 marzo 2013

NON È (QUASI) MAI TEMPO DI RIVOLUZIONE... E QUANDO LO È DIVENTA MITO O CONSERVATORISMO (17/03/2013)

...e cosa vi aspettavate...

che la gran parte del popolo italiano non si sarebbe fatto ammaliare ancora dai grossolani artifizi di quel salumiere di italianità media che è Berlusconi? Pensavate che la gente, risucchiata sempre più dalla crisi che ormai non conosce fine e come una sabbia mobile stritola cittadini e imprese, non votasse di nuovo chi gli ha promesso un rimborso sulle tasse? Pensavate che gli italiani, dopo essere stati meschini ed egoisti dalla fine dell'Impero Romano ad oggi, si sarebbero risvegliati solidali con il devastato orticello altrui e avrebbero deciso di affrontare con umiltà e perseveranza gli sforzi da fare per risollevare tutti quanti da un dramma sociale?

che dopo le elezioni non ci sarebbe stato anche un cambiamento ai vertice della religione di Stato (perché, al di là delle ipocrisie, tale è)? Che un pontefice non avrebbe abdicato il suo ruolo per liberarsi del peso degli scandali e della brama di potere che si annida sotto gli affreschi di Michelangelo? Che l'elezione del nuovo Papa non sarebbe stata così tormentata e che una volta avvenuta non ci sarebbero state ancora le schiere di papaboys e di fanatici conformi (e quindi non riconosciuti come tali) che avrebbero esultato all'annuncio del nuovo pontificato come a un goal di Totti?

La rivoluzione è un concetto nobile, portavoce di cambiamento, diversità, aggiornamento, distacco nei confronti del passato. In Italia fino alle elezioni del '46 la nobiltà c'è stata; come ceto sociale, sfruttamento di una classe debole, conservazione dei privilegi. E se la nobiltà si arma della conservazione allora non è rivoluzionaria, e visto che la rivoluzione è un concetto nobile, la nobiltà si è dimostrata assai poco tale.

Siamo un paese di clienti, di cazzari, di massoni, di gente che mette le radici sotto le sue poltrone. Ovvero l'antirivoluzione per eccellenza. E forse, educati dalla vita a essere un po' così gentili nei confronti di chi puntualmente se ne frega delle nostre idee e delle nostre necessità, questo continuo stato di sfiducia nei confronti del futuro e della società arriva a deformare i cervelli anche più rivoluzionari. E iniziamo a pensare con lentezza, le cose ci appaiono molto più mascherate e costruite di quello che poi sono, coltiviamo involontariamente un lato sadico che insegna a prenderci gioco dei più deboli esattamente come i nostri aguzzini amano fare con noi... con estrema leggerezza.

Il tumulto è rivoluzionario, il cambiamento epocale, la velocità. E credo che nel mondo occidentale non esista un paese più (sonno)lento e fermo di questo. E' ovvio che noi ragazzi ce ne vogliamo andare, noi che abbiamo ancora quella fiammella di ardore che ancora nessuno è riuscito a spegnere. Anche perché è la Storia che ci insegna e ci scoraggia.

Cosa è mai stato rivoluzionario nella storia di questo paese?

Il fascismo? Sì, ma poi è diventato conservatore.
Il decadentismo letterario? Sì, ma poi è diventato conservatore.
Il Verona di Bagnoli che ha vinto lo scudetto nell'85? Sì, ma quell'evento ha la stessa unicità della moltiplicazione dei pani e dei pesci fatta da Nostro Signore.
I film di Nanni Moretti? Può essere, ma ormai, insieme a Benigni, Fazio, persino Dario Fò, è diventato schiavo degli stessi tic che lo hanno reso rivoluzionario alla fine degli anni '70 e che oggi lo impongono come uno di quei dinosauri da distruggere.
Il primo Papa (sud)americano della Storia, di per giunta primo francescano in grado di riportare l'umiltà alla Chiesa Cattolica? Può darsi, peccato che a farci storcere il naso sia stata l'omertà di Sua Santità Bergoglio davanti alla pagina più feroce e vergognosa del suo paese, mentre la nazione si godeva in tv e allo stadio Kempes e compagni che alzavano una Coppa del Mondo a dir poco controversa.
Silvio Berlusconi (politico, guru della tv commerciale, presidente del Milan campione di tutto, amico di occidentali e orientali, persino dei leader comunisti venezuelani che evidentemente sono diversi da quelli nostrani verso cui finge di lottare come un povero Cristo, per portare la massa dalla sua parte)?

Sì è stato Berlusconi la rivoluzione, così come la Chiesa Cattolica Apostolica lo fu all'epoca delle persecuzioni dei romani.

Rivoluzionario sarà Grillo? Forse, almeno è qualcosa di nuovo... anche se è lo stesso mattatore televisivo di 30 e passa anni fa. Ma lo abbiamo votato lo stesso, se non altro per metterlo al culo a tutto ciò che ho detto prima.

Certo è davvero un peccato che le rivoluzioni siano così lunghe e che probabilmente il cervello dell'homo italicus non riesca a andargli appresso se non con estrema lentezza. Perché poi la rivoluzione diventa establishment contro cui scagliarsi nei decenni e nei secoli a venire.

E allora ai nuovi rivoluzionari non resta altro che sognare un Nirvana delle pulsioni inespresse, rifugiandosi come drogati dentro i tunnel della meschina illegalità. Negli ultimi mesi i furti e le aggressioni sono aumentate; un giorno a via Tiburtina, davanti ai negozi di stupefacenti tecnologici (leggi telefonia), era pieno di gente normale, non zingari, non extracomunitari, italianissimi, anche giovani, che fermava altra gente a caso per racimolare uno spiccio.

... cosa vi aspettavate... anzi, prima di aspettarvi qualcosa...

rendetevi conto.


VP