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mercoledì 1 agosto 2012

Educazione Siberiana (2009) by Nicolai Lilin




Educazione Siberiana (2009)
di Nicolai Lilin 
edizione Einaudi (collana Supercoralli) - pag. 343
20 euro


Educazione Sibieriana è un miracolo. Il miracolo di uno scrittore transnistro arrivato in Italia nel 2003 e che in sei anni è arrivato a una tale padronanza della lingua italiana da permettergli di pubblicare questo best seller. Romanzo che è stato uno dei casi letterari del 2009, quello che si è guadagnato il prestigio degli elogi di Roberto Saviano (da Gomorra sempre più re mida dell'industria letteraria, capace di spostare l'ago della bilancia di un'opera da un verso e dall'altro).

Ma Saviano a parte, la cui influenza conta fino a un certo punto, la maggior ragione del successo commerciale di questo Stand By Me in salsa ex sovietica è l'illustrazione ripetuta all'interno del romanzo dei vari codici di comportamento da parte della criminalità organizzata russa, nel caso di Lilin siberiana. Perché infatti se la Transnistria in cui l'autore è nato e cresciuto è una regione della Moldavia autoproclamatosi Stato De Facto, il background culturale di quello spicchio d'Europa (il buco nero, l'ultimo residuo di URSS oggi esistente) è tipicamente russo per linguaggio e usanze.

Infatti i genitori e i parenti di Kolyma, il giovane protagonista, sono i figli di una generazione che fu interamente deportata da Stalin dalla Siberia alla Transnistria per sfruttare al massimo la ricchezza di metalli del territorio siberiano. Così vicino al fiume Dnestr (o Nistru in moldavo/rumeno) si stabilì una comunità che rispondeva a comportamenti etici tipici di quei territori lontani. E che sopravvivevano per tutta la stagione sovietica, fino all'autoproclamazione della Transnistria come stato indipendente dopo una guerra feroce contro la Moldavia appoggiata dalla Romania vinta grazie all'aiuto dei russi.

In questo scenario Kolyma riceve da nonno Kuzya e dai grandi gerarchi della criminalità siberiana la sua educazione che lo porta con i suoi giovani amici a fronteggiare più volte la polizia sovietica, scontrarsi con le bande rivali delle città di Bender, sua città di nascita nel quartiere Fiume Basso, e Tiraspol, vendicare lo stupro di una ragazza innocente.

In questi anni numerosi docenti universitari, esperti di mafia russa e criminalità organizzata, furono intervistati sulle gesta liberamente autobiografiche raccontate da Lilin. La sensazione da parte di tutti è che molti rituali raccontati in Educazione Siberiana siano inventati.

Personalmente non sappiamo e non vogliamo addentrarci nella questione. Ciò che rimane è la capacità di Lilin di catapultarci in un universo così implicito e distante dalla società civile, lo squarcio di un mondo, la Transnistria, chiuso in se stesso a dispetto del mondo esterno, l'epica criminale romanticizzata e intimista che viene fuori con grande efficacia.

A inficiare la completa riuscita dell'opera è l'eccessivo didascalismo nella descrizione dei rituali. Ma in questo caso era un difetto inevitabile. Chissà come Gabriele Salvatores li saprà sedimentare all'interno della versione cinematografica dell'opera, i cui diritti furono da subito comprati da Cattleya, sceneggiata da Rulli e Petraglia e interpretata da John Malkovich.

Sicuramente il film italiano più atteso dei prossimi anni.


VP