Per chi ama la letteratura, scrivere racconti, essere cittadini del mondo e riflettere sulla Settima Arte

martedì 26 febbraio 2013

Import / Export (2007) by Ulrich Seidl


Import / Export (2007)
di Ulrich Seidl

Paul Hofmann (Pauli)
Ekateryna Rak (Olga)
Gerhard Komarek (putzfirma instruktor)
Peter Linduska (security ausbilder)
Christina York (Pauli's ex girlfriend)
Lidiya Oleksandrivna Savka (Olgas mutter)
Oksana Ivanivna Sklyarenko (Olgas Baby)
Dmytro Andriyovich Gachkov (Olgas Bruder)


Non seguo molto i festival da dieci anni a questa parte. Credo che con l'avvento di internet, del download illegale e con l'ampia reperibilità anche del film più estremo (forse eccetto per roba nordcoreana, che comunque nei festival non viene presentata) questi ritrovi di critici, produttori e distributori abbiano perso il loro fine principale, quello che li rendeva in un certo modo importanti: la vetrina per gli emergenti. Ma questo è un altro discorso, che probabilmente affronterò in qualche topic ad hoc.

Qualche settimana fa è finito il 63esimo Festival di Berlino; non so chi ha vinto, non so chi ha perso, neanche me ne frega poi tanto. E non so e non voglio sapere neanche che forma ha il premio (mi pare di ricordare fosse un orso). Al di là di tutto però alla kermesse è stato presentato Paradies: Hoffnung, ovvero il capitolo finale di una trilogia autoriale di cui parleremo a breve.

Il regista è il sessantenne austriaco Ulrich Seidl, che ultimamente è salito alla ribalta per il suo carattere trasgressivo e provocatorio: un vero animale da festival, un Von Trier uscito fuori un po' tardi ma comunque interessante.

Per conoscerlo approfonditamente e per la sezione CULT propongo un suo film del 2007, che ben si sposa alle tematiche anche extracinematografiche del blog.

L'Europa è un continente diviso e che vive nel grigiore di un quotidiano smorto e negli abbagli di ambizioni infrante. A ovest del muro immaginario che ancora spacca in due culture e regioni, Pauli finisce sotto al treno della disoccupazione per essere stato aggredito da un gruppo di turchi ubriachi sotto al parcheggio del centro commerciale in cui lavorava come guardia di sicurezza. L'ex fidanzata lo disprezza e non vorrebbe più sentir parlare di lui, le arti marziali e il suo cane Caeser sono gli unici elementi in grado di scatenargli dentro un senso di rivincita nei confronti di una società ricca come quella viennese che in teoria dovrebbe dare una possibilità a tutti.

A est invece, nell'Ucraina più provinciale e caratterizzata da casermoni grigi e decadenti, la bellissima Olga fa l'infermiera vivendo di tanto in tanto la gioia di toccare i bambini appena nati per poi lasciarli in grembo alle madri. Peccato che i soldi non sono mai abbastanza e che per sopravvivere dignitosamente anche con un figlio sulle spalle sia costretta a lasciare ogni giorno la vestaglia bianca per correre a spogliarsi davanti a una web cam con altre bionde rinchiuse in uno squallido appartamento di un'altrettanto squallido stabile; dove tra scenografie esotiche appese a un muro e frasi hot pronunciate in un tedesco strano si alimenta il business della pornografia online che fa l'effimera felicità di donne orientali in cerca di qualche soldarello in più e uomini occidentali immersi nella noia e nella solitudine.

Così, per riscattarsi e trovare nuovi stimoli, nuove forze per sopravvivere e soddisfazioni interiori e professionali, sia Pauli che Olga decidono di cambiare mondo, scambiano le loro vite senza mai incontrarsi: lui nella selvaggia Ucraina, dove forse le vecchie slot machines austriache possono trovare una collocazione e dove le donne si possono comprare per qualche altro strano affare, lei nella ricca Vienna, dove finisce sfruttata prima come donna delle pulizie, poi come infermiera in un manicomio.

Ulrich Seidl guarda l'Europa delle contraddizioni del libero mercato: i suoi occhi sono spietati e sarcastici, inquadrano in modo livido e realista sottoboschi sociali dove la depressione e l'indifferenza la fanno da padrone. La sua è un'umanità malata, immersa in sogni che non esistono più e segregata in architetture urbane e sociali che risultano essere vere prigioni dello spirito.

Una via di fuga non c'è e Olga, che proverà a sposare un malato anziano dell'ospizio per avere la cittadinanza definitiva, e Pauli, che non riuscirà a trovare lavoro neanche nel brulicante e povero ambiente dei mercati ucraini e finirà a vagare per le strade dell'ex Unione Sovietica in cerca di un autostop, continueranno a vivere la propria vita di fallimenti nella mediocre realtà che l'ha sempre sostenuti.

Le stelle nel libero mondo sono così lontane.


VP